@a123 Il tuo discorso denota una profonda ignoranza della lingua italiana: in parte perché termini come "la presidente" sono SEMPRE stati corretti, per regola; in parte perché il concetto di genere nei sostantivi non è correlato al sesso della "cosa" indicata dal sostantivo (maschile non equivale a maschio). "Capitano", al pari di altri gradi militari, non è un aggettivo (come invece sono la maggior parte dei lavori) e non prevede il femminile, o meglio, non prevede che il suo genere sia collegato al sesso di chi occupa quel grado (senza contare che gradi e cariche hanno una nomenclatura regolamentata per legge); quindi "capitana" è proprio sbagliato per una regola di base della lingua (già più opinabile l'utilizzo di "la capitano"). Infine, perché il tuo discorso sul "perché in passato" è superficiale e stupido, oltre che ovviamente sbagliato.
Sull'essere meno maschilista, non sono minimamente d'accordo: pensare che sessismo e discriminazione si risolvano declinando alcune parole al femminile è riduttivo e degradante, e anzi reputo estremamente sessista, discriminatorio e offensivo pensare che una donna non possa ricoprire un ruolo/grado/carica "al maschile", e abbia bisogno che questo venga declinato al femminile (come se fosse necessario specificare che non è un uomo).
Se poi vogliamo forzosamente avere il femminile per ogni cosa, allora pretendo di rimando anche il "guardio carcerario" e il "guido alpino"! (ti pare sensato?)
Evolversi va bene, ma evolversi male no. (altrimenti fai la fine del dodo).